Uno spaccato di vita dei detenuti nel penitenziario di Regensdorf, alla fine degli anni 60, scandito durante tutto il film dal battito di un orologio a pendolo. Sulla base di un caso isolato, il documentario mostra i meccanismi a cui vengono sottoposti i detenuti nel penitenziario/manicomio, il loro passato, i precedenti crimini, le ricadute e i costanti conflitti con l'ambiente sociale. Girato in pellicola 16 mm e in condizioni di estrema restrittezza, il film è un collage di sequenze, di immagini, di dichiarazioni, di interviste, di citazioni ed elementi sonori esclusivi.
Le autorità svizzere di quegli anni ordinarono il divieto di diffusione del film perché reo di avere descritto in maniera negativa il sistema carcerario. La dichiarazione "Questo film è stato girato nel 1968, quindi non è una foto attuale del sistema penale di oggi", rilasciata da un ufficiale della magistratura davanti alla prigione di Regensdorf nel 1975 e quindi filmata a colori e inserita all’inizio del film, fu la condizione imposta dalla magistratura per la revoca del divieto. Nonostante l'uscita del film, Markus Imhoof rimase per molti anni un sospettato da parte delle autorità.